Ormai ci abbiamo preso gusto. Scrivere a quattro mani sta diventando quasi normale dalle colonne di questa splendida testata. Terre di Lombardia lo tollera e pur senza abusarne anche stavolta vogliamo raccontarvi una storia in due. E lo facciamo parlando di uno dei locali al quale siamo più affezionati. Proprio qua alcuni anni fa ha visto la luce la nostra associazione e qua torniamo sempre volentieri nelle serate che dedichiamo a ritemprare il nostro spirito, tra lunghe chiacchierate fra la musica e buone pietanze. Stiamo parlando del Grancaffe’ Liberty di Asola.

Proprio lì nell’ultimo avamposto di quel che fu il Lombardo-Veneto, in una bellissima piazza dove ancora campeggia un leone alato di veneziana fattura , c’è un locale che non può non farti innamorare a prima vista. Proprio ad Asola, quella bella città che fu, dapprima possedimento della Serenissima Repubblica e poi, nel 1797, con l’arrivo di Napoleone ed anche successivamente al Congresso di Vienna con l’annessione al dominio austro-ungarico, aggregata al territorio dell’Alto mantovano, c’è un meraviglioso e romantico bar-ristorante. Lo potremmo meglio definire come un “Cafè” così come veniva inteso nel periodo della “Belle Époque”, dall’ultimo ventennio dell’Ottocento sino all’inizio della Prima guerra mondiale.
In particolare, nel Palazzo municipale, sotto i portici del Cinquecento, i locali usati inizialmente per custodire l’Archivio Storico Comunale e successivamente, nel 1811, quali sede della Pretura del circondario di Asola, il 13 dicembre 1915 sono stati definitivamente adibiti a bar-locanda con contratto di affitto concesso dal Comune di Asola.

Ha cambiato molte volte nome, passando da “Caffè del Popolo”, a “Gran Caffè di Savoia” nel 1936 e poi a “Caffè Centrale” nel dopoguerra; oggi ha assunto il suo nome più affascinante, “Gran Caffè Liberty”, quando nel 1996 Luigi Di Girolamo (Gino per tutti amici ed affezionati clienti) e la moglie Greta Gualeni, dopo averne restaurato i locali con molta cura dei particolari, ce lo hanno consegnato come un posto magnifico che fa ancora sognare gli ospiti.

L’amico e maestro Francesco Denti, avvocato asolano ed appassionato di storia locale, sostiene che la fortuna del “Centrale”, come si ricorda venisse chiamato quel locale da bambino, che ha seguito l’andamento politico italiano dal 1915, è appunto il fatto di essere sempre stato di proprietà pubblica e che nessuna amministrazione comunale, o per mancanza di fondi o per la volontà di mantenerne intatta la memoria storica, ne abbia mai modificato gli interni, lasciandoci intatto l’allestimento in stile “Liberty” con boiserie e specchi, ottoni e vetri originali.

Il Gran Caffè Liberty racconta un passato ricco di storia e presenta soffitti altissimi, vetrate a piombo, graniglia decorata ai pavimenti. Alla Caffetteria è stato abbinato un servizio ristorante ed enoteca, con uno plateatico estivo nella piazza ed una distesa di tavoli sotto il porticato fra gli archi del palazzo comunale. All’attività di ristorazione sono stati abbinati importanti eventi musicali, come il “Venerdì Cena Jazz” lasciandoci assaporare un’atmosfera suggestiva che riporta alla Belle Époque, un momento di storia che esaltava il gusto del bello e l’eleganza.

Un locale davvero speciale e affascinante dove non è impossibile mangiare gomito a gomito con grandi critici d’arte, famosi artisti e partecipare ad attimi di magia con le serate a tema (come “Il Cafè Chantant”, il concorso di poesia “Un fiore all’Asola” da un’idea di Philippe Daverio e le rievocazioni storiche), con dress code rigorosamente di abiti d’epoca, organizzate dall’amico Santo Denti. In tutto ciò comunque, lo ribadiamo,qua si viene “anche” per mangiare. E la formula risulta quasi originale visto il contesto. Ai piatti della tradizione mantovana e cremonese delle terre di mezzo, si è aggiunta una bella proposta di cucina marinara figlia della miglior contaminazione fra la proprietà e il territorio che la circonda. Qui si viene quasi sempre a mangiare il pesce. E Gino di pesce se ne intende parecchio.

Ai famosi piatti di crudo molto in voga si uniscono grandi classici del pesce con le nuove cotture a farla da padrone. Il riso al nero di seppia e le bavette coi crostacei di varia fattura sono piatti che si ripropongono sovente e ai quali fanno seguito prodotti ittici di grande pregio nelle varie pezzature al forno con le verdure, piuttosto che al sale. Rombo, spigola e tenerissimi calamari francesi (che si possono trovare anche nella tanto semplice quanto ben fatta frittura). Insomma un pezzo di mare in una delle aree più lontane dal mediterraneo, nel cuore della pianura padana. E tanta musica, in una modalità conviviale assolutamente gradita dai numerosi avventori che si contendono un tavolo soprattutto nei fine settimana. Una menzione speciale per la cantina. Orgoglio assoluto di Gino che ne cura personalmente il riassorbimento con l’entusiasmo di chi ama più acquistare per se che per vendere. Qua puoi trovare davvero di tutto. In particolare le bollicine ovviamente, ma non solo. Noi torniamo da Gino spesso e consideriamo questo posto quasi un quartier generale per chi al pari nostro apprezza (seppur contaminata) l’ospitalità e la convivialità lombarda nella sua accezione più elegante ed efficace. Lunga vita al Liberty!

Gianni Fava
Cedrik Pasetti