Tra le regioni italiane, la Lombardia è certamente conosciuta come tra le più industrializzate e frenetiche; ciò tuttavia non leva spazio a qualche sognatore ed a chi, assaporando un piacevole sapore storico, intende scorgere un aspetto che inevitabilmente individua ed identifica fermamente località e tradizioni di questa poliedrica Regione: l’artigianato.

Tutti i prodotti artigianali lombardi propongono manufatti unici e richiamano una consolidata tradizione; le stesse botteghe ne costituiscono una ricchezza storica e culturale.

L’arte tessile è senza dubbio una delle attività artigianali lombarde tra le più rinomate anche a livello internazionale; in particolare per la lavorazione della seta, di cui è certamente portante la città di Como ma ancora oggi molto attiva e caratteristica anche in centri minori come Cadorago, rinomata per le stampe in seta, Albavilla, Casnate e Airuno.

Di tutt’altra fattezza, invece, i cosiddetti pezzotti (cosiddetti “valtellinesi”) che costituiscono una produzione tipica delle aree montane di Sondrio: essi consistono in tappeti per lo più rustici, caratterizzati da colori molto vivaci che fin dal passato venivano realizzati al telaio con i ritagli di stoffa a causa della povertà di quelle aree.  Per contro, oggi tale tipo di tappeto è considerato un oggetto prezioso poiché completamente lavorato a mano e pezzo unico.

Alla località di Cantù è abbinata invece la lavorazione con tombolo e fuselli: una vera e propria tradizione dell’arte tessile e dei ricami insediatasi nella cittadina nel corso del Seicento grazie alle monache benedettine.

Spostandoci verso il confine meridionale e modificando il genere artistico, non possiamo non ricordare che Cremona è una delle città lombarde più conosciute per la tradizionale produzione di strumenti musicali: liuti, organi e pianoforti.

Risalgono addirittura al Quattrocento le prime botteghe di organari, mentre già agli inizi del Cinquecento si diffuse la produzione di liuti, la cui storia è strettamente correlata al nome di Andrea Amati, famoso liutaio cremonese di cui sono molto conosciuti i violini, dalle caratteristiche piccole dimensioni e dalla tipica bombatura.

Come non dirigerci infine alla scoperta di località quali Cantù, Gavirate e Brebbia, passando dalla lavorazione dei metalli preziosi, a quella del vetro, dalla produzione di cesti e manufatti in vimini.

Fino a giungere alle rinomate pipe in radica: nella provincia di Varese e specialmente nei comuni di Brebbia e Luvinate, è viva e fiorente la tradizione di questi pregiatissimi oggetti per intenditori e buongustai del tabacco: lavorate secondo scrupolose modalità artigianali, spesso protette dal segreto, le pipe si compongono di un piccolo recipiente tondeggiante, il fornello, nel quale viene bruciato il tabacco, e di una cannuccia, il bocchino, applicata saldamente al fornello. Il maggior pregio delle pipe della tradizione lombarda è costituito dal materiale con cui esse sono fabbricate: si tratta infatti di preziosa radica (radice di ‘Erica arborea’), particolarmente ricercata per le sue caratteristiche di estrema durezza, colore brillante e particolare porosità, che esalta nel modo migliore l’aroma e il sapore del tabacco.

In Valchiavenna, infine, viene ancora oggi lavorata la pietra ollare: una pietra verde che trattiene il calore e fin dal passato utilizzata per produrre pentole; oggi impiegata per la realizzazione di originali elementi di arredo.

Insomma, questo viaggio nell’artigianato lombardo sembra davvero non conoscere limiti di alcun genere; se non confini.

A testimoniare l’importanza che hanno ed hanno avuto nella storia della Lombardia le botteghe artigiane, numerosissimi sono i musei collocati nelle varie località della regione, dove poter apprezzare la bellezza di alcuni manufatti lavorati a mano e dove poter assaporare, forse con un pizzico di nostalgia, quel profumo di tradizione talvolta dimenticato dalla velocità delle nostre giornate.

  • Civico Museo Setificio Monti (provincia di Lecco)
  • Museo della Seta Abegg (provincia di Lecco)
  • Museo del falegname T. Sana (provincia di Bergamo)
  • Museo del tessile (provincia di Bergamo)
  • Museo del legno (provincia di Como)
  • Museo del Bijou (provincia di Cremona)
  • Collezione di violini di palazzo Comunale (provincia di Cremona)
  • Museo civico ala Ponzone e Museo Stradivariano (provincia di Cremona)
  • Museo del cavallo giocattolo (provincia di Como)
  • Museo Internazionale del design Ceramico (provincia di Varese)
  • Museo etnografico di Lodrino (provincia di Brescia)
  • Museo del vino e dei cavatappi d’epoca (provincia di Brescia)
  • Museo della donna e del bambino (provincia di Brescia)
  • Museo del collezionista d’arte (provincia di Milano)
  • Musei civici del castello Sforzesco (provincia di Milano)
  • Museo teatrale alla Scala (provincia di Milano)
  • Musei Bagatti Valsecchi (provincia di Milano)
  • Musei Poldi Pezzoli (provincia di Milano)
  • Collezione Permanente delle Arti (provincia di Milano)
  • La via del ferro e delle miniere in Valtrompia (provincia di Brescia)
  • Museo della barca lariana (provincia di Como)
  • Museo “Le pentole nella storia” (provincia di Milano).

Tratto da GuidaConsumatore