Non sputa fuoco e di zampe ne ha solo quattro, in più il corpo assomiglia più a quello di un biscione che a quello di un canide. Così gli abitanti di Castelgerundo, comune lodigiano nato due anni fa dalla fusione di Camairago e Cavacurta, vedono il loro Tarantasio, il mitico drago che abitava nella palude del Lago Gerundo.
La leggenda vuole che il drago Tarantasio terrorizzasse gli abitanti dell’ex lago Gerundo, tra il Lodigiano e il Cremonese. Secondo i racconti, Tarantasio divorava i bambini, distruggeva le barche ed il suo fiato pestilenziale, oltre ad essere causa della fitta nebbia padana, era il fattore scatenante della febbre gialla. Sempre secondo la leggenda, Tarantasio sarebbe sepolto sotto l’isolotto Achilli, davanti al ponte Napoleone Bonaparte di Lodi.
Nonostante il comune di Castelgerundo sia nato solo due anni fa, Camairago e Cavacurta hanno una storia ben più antica, risalente al X secolo. Per questo motivo Saltarelli ha deciso di implementare il turismo nella zona evidenziando la parte storica del suo Comune, caratterizzata soprattutto dalla leggendaria presenza del drago Tarantasio.
Sui cartelli ufficiali del paese ci sarà tutta la storia primordiale di Castelgerundo: lo stemma del Comune, la ricostruzione dell’immensa palude. E, a far da custode, Tarantasio concepito come un biscione ricoperto di scaglie, corna e capo rivolto all’indietro. «Abbiamo due anni di età come Comune — dice Saltarelli —, ma i due paesi esistono fin dal X secolo, entrambi rivieraschi del Gerundo». Cinque maxi cartelli stradali saranno dislocati lungo la pista ciclabile, altri ne verranno in futuro. Soprattutto se, come sembra, la ciclabile entrerà a far parte del percorso Brezza, itinerario ciclo-turistico che dalla Svizzera arriva fino a Cremona lungo le rive dell’Adda per innestarsi successivamente sulla VenTo, l’altro maxi percorso turistico in progetto lungo il Po fra Torino e Venezia.