Secondo il rapporto BES 2019 dell’Istat, in Lombardia è cresciuto il benessere equo e sostenibile, confermando una performance positiva.

In Lombardia è cresciuto il benessere equo e sostenibile, confermando per la nostra regione una performance positiva, che la colloca in una fascia alta delle performance rispetto a alle altre regioni e al livello medio nazionale.
Questi dati emergono dal Bes 2019, il rapporto dell’Istat che, sondando ben 130 indicatori, offre una lettura del benessere nelle sue diverse dimensioni, ponendo una particolare attenzione alle differenze territoriali. Di seguito alcuni dei dati più rilevanti sulla Lombardia.

Salute
Nel 2018, la speranza di vita alla nascita raggiunge in Lombardia gli 83,4 anni, superiore al dato nazionale di 82,3 anni, che rappresenta il massimo storico (80,9 anni per gli uomini e 85,2 anni per le donne), e alla media Europea dei 28 Paesi Membri di 80,9 anni.

Istruzione e formazione
Le misure del livello di istruzione raggiunto dalla popolazione hanno un andamento positivo: le persone di 25-64 anni che hanno conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore sono il 65%, contro il 61,7% nazionale (+0,8 rispetto al 2017); a conseguire un risultato sopra il 65% ci sono anche Trentino (69,7), Liguria (67,2), Emilia-Romagna (68,1), Friuli Venezia Giulia (68,6), Umbria (68,4), Lazio (69,9) e Abruzzo (66,6). Sotto il 55% si posizionano Campania (53,0), Puglia (50,2), Calabria (54,1), Sicilia (51,4) e Sardegna (51,5).

I giovani tra 30 e 34 anni che hanno ottenuto la laurea o un altro titolo di studio terziario sono il 33%, contro il 27,8% nazionale (+0,9 rispetto al 2017). Insieme alla Lombardia, a conseguire più di 30% di laureati o diplomati di studio terziario troviamo Piemonte (30,4%), Trentino (32,8%), Veneto (32%), Friuli-Venezia Giulia (34,4%), Emilia-Romagna (34,4%) e Lazio (31,1%). Anche in questo parametro le regioni del sud registrano un gap significativo, con una media del 21,2%.

Anche la percentuale di persone che partecipano alla formazione continua cresce, seppure con minore intensità (9,0% in Lombardia contro l’ 8,1% italiano).
Sono segnali positivi anche la riduzione della quota di giovani tra 15 e 29 anni che non lavorano e non studiano (Neet), che scende al 15,1% contro il 23,4% nazionale (-0,7 rispetto al 2017). Meno del 15% solo in Trentino (12,6%), Friuli-Venezia Giulia (14,8%) e Veneto (14,5%). Il centro Italia si attesta su un 19,6% di NEET, e al sud salgono al 33,8%.

Lavoro e conciliazione dei tempi di vita
La Lombardia si conferma regione del lavoro, con un tasso di mancata partecipazione al lavoro del 10,5%; è nel gruppo delle regioni più performanti, insieme a Val d’Aosta (10,7), Veneto (10,6), Emilia-Romagna (10), Friuli-Venezia Giulia (11,5) Trentino (6,4) Piemonte (12,6) e Toscana (12,7). Seguono con un tasso superiore Liguria (15), Lazio (18), Sardegna (27) Puglia (30), Campania (37,4), Calabria (38). Il valore massimo si registra in Sicilia, dove il tasso di mancata partecipazione al lavoro è oltre il doppio del valore nazionale (40,7%).

La percezione dell’insicurezza occupazionale si conferma più alta nelle aree del Mezzogiorno.
Gli indicatori che misurano la qualità del lavoro (stabilità, retribuzione, competenza, sicurezza sul lavoro) mostrano livelli elevati di variabilità. La Lombardia si conferma ai vertici nazionali, con un’occupazione del 72,6%, insieme a Trentino (76,3), Piemonte (70,7), Emilia-Romagna (74,4), Toscana (71,3), Veneto (71,5), Friuli-Venezia Giulia (71,0), Val d’Aosta (72,9). Il dato medio del centro è del 67,8% e del Mezzogiorno del 48,2%.

La Basilicata è la regione con la percentuale di infortuni sul lavoro più alta (circa il doppio rispetto alla media nazionale). Permane il divario nelle basse retribuzioni tra Nord e Sud. La Calabria è la regione con il maggior numero di lavoratori con bassa paga (22,8%), in Lombardia sono solo il 5,9%.

Benessere economico
Anche in questo campo si riscontra una forte eterogeneità di risultati. Il reddito medio disponibile pro capite, nel 2017 ammontava in Lombardia a 22.419 euro pro capite, il 77% in più del reddito pro capite percepito in media in Calabria (12.656 euro). Rispetto al dato medio nazionale (18.505 euro) le due regioni si discostano rispettivamente del +21,2% (Lombardia) e del -31,6% (Calabria).
Le regioni meridionali e settentrionali presentano divaricazioni più ampie rispetto agli indicatori di grave deprivazione materiale, grande difficoltà economica, bassa intensità lavorativa e rischio di povertà. La Campania e la Sicilia ricorrono spesso nelle posizioni più svantaggiate e significativamente distanti dalla media italiana. Situazioni di grave deprivazione materiale si verificano per circa il 20% della popolazione della Campania e della Sicilia, più del doppio della media italiana (8,5%); il 26,7% delle persone in Campania dichiara di avere difficoltà ad arrivare alla fine del mese, una quota quasi 3 volte la media nazionale (9,7%).

Paesaggio
Tra i fattori che emergono, l’abusivismo edilizio si concentra in Campania, Calabria, Basilicata e Sicilia, con valori superiori di oltre 3 volte alla media Italia (del 18,9%), in Lombardia è contenuto, al 6,2. Le altre regioni ad avere un dato sotto il 10% sono Piemonte (5,3), Val d’Aosta (5,3), Trentino (4,1), Veneto (7,2), Friuli-Venezia Giulia (4,1) e Emilia-Romagna (6,0).

Ambiente
La Lombardia risulta la miglior regione d’Italia per il minor tasso di conferimento di rifiuti in discarica, con il 4,3%, contro la media italiana ancora al 21,5%. Vistoso il divario con regioni grandi come Piemonte (14,9%), Toscana (32,5%), Emilia-Romagna (10,7%), Veneto (13,5%). Anche in merito alla dispersione della rete idrica la Lombardia performa benissimo, seconda solo alla Val d’Aosta. Lombardia prima della classe anche in merito al minor tasso di siti contaminati, insieme alla Val d’Aosta, Veneto, Toscana e Umbria tra le regioni migliori.
Insieme a Veneto e Friuli-Venezia Giulia, sotto il profilo dell’esposizione al rischio frane la Lombardia è riferimento positivo, con un dato oltre il 75% inferiore alla media nazionale, e inferiore del 60% per quanto riguarda il rischio di alluvioni.
Con un dato superiore al 70% di raccolta differenziata, la Lombardia rappresenta una best practice in Italia anche in questo ambito, insieme a Trentino (72,5%) e Veneto (73,8%). La media nazionale è al 58%, e fanalino di coda è la Sicilia (con il 29,5%).

Innovazione, ricerca e creatività
Anche nell’indice dell’innovazione del sistema produttivo la Lombardia rappresenta la miglior performance tra le regioni italiane, con un dato superiore del 20% alla media italiana.
La Lombardia resta, insieme all’Emilia-Romagna, la regione che maggiormente attrae i laureati italiani (tra i 25 e i 39 anni), provenienti soprattutto dalle regioni del centro e del sud.
Insieme all’Emilia-Romagna e al Friuli-Venezia Giulia, la Lombardia (con 128 per mille abitanti) è la regione con il maggiore numero di nuovi brevetti.

Qualità dei servizi
Per i servizi di trasporto pubblico locale misurati nei capoluoghi di provincia si evidenzia un forte squilibrio tra le regioni: la Lombardia ha una dotazione molto più ampia di tutte le altre regioni: i posti a sedere per km di servizio sono più del doppio (2,3 volte) dei posti disponibili in media in Italia, e sono una volta e mezza rispetto al Lazio, che è la regione che occupa il secondo posto nella graduatoria di disponibilità di posti-km del Trasporto pubblico locale.
Positiva anche la diffusione della connessione a internet tramite banda larga, con una quota che supera il 60% delle famiglie in Lombardia e Trentino, mentre è circa il 40% in Calabria e Sicilia.

Benessere soggettivo
Da ultimo la Lombardia si distingue anche per un dato particolare: l’ottimismo sul futuro. I giudizi sulle prospettive future risultano infatti più positivi della media italiana in Lombardia, dove si registra la più alta quota di persone che ritiene che le sue condizioni di vita miglioreranno (32,9%).

tratto da: Lombardia Speciale