di Marco Pasquali

Comune di Curtatone, località Grazie, nel cuore della provincia di Mantova. Il piccolo borgo, famoso per il Santuario della Beata Vergine Maria, meta di pellegrinaggi già dal XV secolo, e per l’Antichissima Fiera che attrae da secoli visitatori a cavallo del quindici di agosto, si affaccia sulla sponda destra del fiume Mincio.

Questo fiume nasce nel Trentino, nei pressi di Pinzolo (Val Rendena), con il nome di Sarca; discende nel Lago di Garda da cui a Peschiera sul Garda riprende il suo corso come Mincio, fino ad immettersi nel Po dopo circa 75 chilometri.

16 agosto 2012: Madonnari a Le Grazie (foto Miriam Bergonzini)

Anticamente il territorio mantovano era quasi interamente paludoso. E’ attorno al 1190 che l’ingegnere idraulico bergamasco Alberto Pitentino tenta, con successo, un’incredibile azione di bonifica del territorio, volta al riordino del corso del fiume Mincio, che da allora arriva a formare i famosi “Laghi” di Mantova. Questa grandiosa opera idraulica è responsabile dell’intrico di piccoli canali, immersi nella folta vegetazione, che si percorrono nel corso della navigazione sul fiume che parte da Grazie.
Ma si vada con ordine.
Dalla piazza del Santuario parte una discesa che porta ad un grande spazio verde che si affaccia sul Mincio. Da qui, parte la navigazione su un mezzo a motore guidato da un esperto barcaiolo, che diventa vero e proprio “maestro di fiume” durante il lento scivolare sull’acqua del Mincio.
Subito ci si immerge nella tranquillità delle acque, piane, sileziose. Tutto attorno, nel canale principale si possono notare, fra la folta vegetazione, vegetali di interessa conservazionistico come Vallisneria, Millefoglie d’acqua, ninfee bianche, Ibisco e Iris palustri, praterie di Carice, Genziane, tutte rigorosamente indicate e descritte dai barcaioli. Per secoli le genti del posto hanno vissuto intrecciando e lavorando parti di questa vegetazione che resta oggi a contronare questa esperienza sul fiume.
Trovano riparo e conforto immersi nell’umidità di questo ambiente numerose specie animali, anche rare e in via di estinzione. A seconda della stagione si possono individuare, sempre guidati dagli attenti barcaioli, aironi rossi e cenerini, rapaci diurni, svassi, anatre, cicogne bianche, garzette, falchi di palude.

 

A farla da padrone, nei mesi di luglio e agosto, sono i fiori di loto. Ai visitatori un po’ distratti dalla vista dei primi, il barcaiolo di turno fa una promessa: nel giro di pochi minuti di navigazione si arriverà dritti nell’estremo oriente, inutile perdersi per qualche fiore di loto. Promessa mantenuta: la piccola barca, dal canale principale si immette in uno dei numerosi piccoli canali laterali, larghi al massimo quanto la barca stessa e lo spettacolo è servito. Solo il corso d’acqua interrompe la distesa di fiori di loto, che a inizio luglio sono in fiore e regalano una sensazione quasi mistica.

Il fiore di loto, la sua storia, i suoi colori, occupano gran parte del proseguio della navigazione, che può durare da una a due ore. Il barcaiolo racconta come venne importato dalla Cina nel primo dopoguerra per tentarne un utilizzo alimentare e come da allora abbia di fatto infestato le acque del Mincio nella zona di Grazie e di Mantova, non senza creare talvolta problemi alle acque e al suo naturale habitat. Un problema che viene attenuato ogni anno dall’accorrere di numerosi turisti e appassionati che non vogliono perdersi la magia di questo viaggio dai tratti orientaleggianti.

A riportare alla realtà della Pianura Padana è l’uscita della barca da questo stretto canale e la vista che si apre, guardando a destra, sull’allargarsi del fiume Mincio e al formarsi dei cosiddetti “Laghi” di Mantova. In fondo, a far capolino oltre le acque e oltre il verde della vegetazione è lo skyline di Mantova, con la cupola della basilica di Sant’Andrea.
Ai tempi dei Gonzaga i Laghi si estendevano fino a Palazzo Te, luogo dei piaceri e delle battute di caccia dei signori Mantovani, che distava circa otto chilomentri di navigazione da Grazie di Curtatone. Oggi è possibile arrivare alle porte di Mantova via acqua, ma non fino al Palazzo Te.

Questa immersione nel mondo fluviale del mantovano volge al termine con il ritorno nel punto di partenza. Una navigazione che di fatto è esperienza di pace d’altri tempi, di terre d’acqua che sopravvivono oggi grazie alla passione e al lavoro di persone come questi barcaioli. Un’esperienza da vivere, sicuramente.

Nota a margine: Il Parco del Mincio è istituito nel 1984 da Regione Lombardia e conta 1100 ettari di estensione. La riserva è dichiarata dalla Convezione di Ramsar (1971) “Zona umida di importanza internazionale”.

Per maggiori informazioni su orari e tariffe: Partenze giornaliere dal porticciolo di Grazie di Curtatone  http://www.fiumemincio.it/home.htm