PAsquali-Bormio-2015-bis-620x400I PASQUALI DI BORMIO

In quesa località della Valtellina il giorno di Pasqua si rinnova l’appuntamento con i “Pasquali”, ovvero con una sfilata di portantine a tema religioso costruite dai giovani del paese nei mesi invernali.
Fabbri, artigiani e semplici appassionati si radunano nei loro quartieri per cercare di creare il “Pasquale” più rappresentativo nel solco di una tradizione iniziata nel XVII secolo. La domenica di Pasqua gli uomini (chiamati per l’occasione “pasqualisti”) portano in spalla le portantine mentre le donne completano la sfilata con fiori e piccoli prodotti artigianali. Una giuria formula una classifica tenendo conto di più fattori: dal significato religioso al lavoro artigianale senza dimenticare l’aspetto culturale. Conclusa la sfilata i “Pasquali”restano in esposizione in piazza del Kuerc fino al lunedì di Pasquetta.

S225px-San_ColombanoAN COLOMBANO

La storia di San Colombano risale ai tempi del dominio longobardo raccolta del suo arrivo in Lombardia, alla corte della Regina Teodolinda dove gli venne offerto un sontuoso pranzo ricco di ogni pietanza, specialmente selvaggina. Nonostante non fosse venerdì, ma conunque in quaresima, il Santo rifiuto le portate giudicandole inadatte al periodo. Notando la reazione offesa della regina Colombano disse ai commesali che avrebbe comunque mangiato, ma solo dopo aver benedetto il tutto.

Con la mano destra benedisse i piatti richi di carni e questi si tramutarono in bianche e dolci pani che ricordavano e fattezze di colombe. Al cospetto del miracolo cui aveva appena assistito Teodolonda decise di donare all’abate i territori di Bobbio, dove da lì a poco sarebbe sorta l’Abbazia di San Colombano. Quanto alla colomba essa divenne il simbolo che ancora oggi contraddistingue il Santo nell’iconografia cristiana.

RE ALBOINO E I PANI DOLCI

Narra la leggenda che verso la metà del sesto secolo Re Alboino, al termine di un lungo assedio, riusci ad impadronirsi della di Pavia la vigilia di Pasqua. Nell’attesa di ordinare la distruzione della città gli abitanti furono costretti a porgere doni al conquistatore come segno di resa e sottimissione. uno di questi, un vecchio fornaio, donò un cesto di pani dolci in segno di pace in occasione della Pasqua del girono seguente. Una volta assaggiati e rimasto piacevolmente colpito il Re proclamò la pace desistendo dai suoi propositi di distruzione.

ferrara-bakery-colomba-di-pasqua-easter-dove-bread-d-2011032416182651123949LA COLOMBA PASQUALE

La nascita ufficiale del tradizionale dolce pasquale si fa risalire alla prima metà del ‘900 a Milano. L’idea venne ad un pubblicitario della ditta Motta, Dino Villani, che avanzò la proposta di lanciare per le festività un dolce simile al famoso panettone anche per poter utilizzare al meglio i macchinari impiegati nella produzione del dolce natalizio. Ottimizzazione delle risorse e dei processi produttivi da cui naque uno dei simboli della Pasqua in tavola.

I VASI SACRI DI MANTOVA

sacrivasi01Basilica di Sant’Andrea sono custoditi i Sacri Vasi, due coppe nelle quali il legionario Longino, ai piedi della Croce, avrebbe raccolto la terra intrisa del sangue di Cristo. L’autenticità della reliquia è stata riconosciuta più volta dalla Chiesa cattolica nel corso dei secoli. Ogni anno, nel pomeriggio del Venerdì Santo vengono aperti i forzieri che racchiudono i due preziosissimi calici. Un complesso meccanismo di 12 serrature e altrettanti chiavistelli protegge i Sacri Vasi. I chiavistelli vengono custoditi dalle più alte cariche statali ed ecclesiastiche e solo alla presenza di costoro è possibile aprire una dopo l’altra le serrature dei forzieri. I Sacri Vasi vengono esposti all’adorazione dei fedeli e la sera sono portati in processione, per poi rientrare nella cripta sotterranea della basilica.

LA PROCESSIONE DEL CRISTO MORTO

In quel di Gromo, borgo medievale di circa 1200 abitanti, la sera del Venerdì Santo va in scena la Processione del Cristo Morto, nella quale si porta la statua di Cristo Morto, accompagnata dal mesto suono della Banda Musicale lungo la via principale del Paese che ha finestre, terrazze e muri parati. Sui prati principali e sui sassi del fiume Serio vengono accesi piccoli falò fatti di stracci imbevuti di olio cotto; le finestre si illuminano con lumini.

Un grande Crocifisso del ‘500 apre questa processione e mentre la fiumana di gente sale silenziosa sul versante della Sponda, ecco i sei Crocifissi e gli otto simboli della passione precedere la Statua del Cristo morto portato dai trentatreenni. Il Venerdì Santo, come vuole la tradizione, a Gromo si mangia soltanto “Maiasa”, una specialità gastronomica veramente singolare a base di prodotti tipici locali. Si tratta di una specie di torta a base di farina gialla, cipolle, fichi secchi e mele, condita con olio e cotta nel forno. Un annuncio che la Quaresima è finita.

LA FIERA PAQUALE DI COMO

Sulle rive del Lario l’appuntamento imperdibile è con le bancarelle della fiera di Pasqua. Decine di stand lungo la strada che costeggia la città murata. Non solo abbigliamento e artigianato ma anche tante golosità e angoli dedicati agli ultimi ritrovati per la pulizia della casa (con tanto di dimostrazioni live). Finito il giro tra le bancarelle è vietato perdersi una passeggiata vista-lago: passando da corso Garibaldi e piazza Volta il Lario è infatti a pochi metri.