Al pari delle più grandi e radicate realtà territoriali europee, anche la Lombardia ha dato i natali a una casata regnante che contese nelle zone padane la scena (politica e militare) a rivali di ben più alto calibro (la Firenze dei De Medici, la Roma dei Papi e la Serenissima San Marco): i Visconti.
Originariamente feudatari (per l’esattezza: “valvassori maggiori”) dell’arcivescovo di Milano, i Visconti cominciarono la loro ascesa nello città-stato meneghina verso la fine del XIII secolo, imponendovi poi il proprio potere per quasi 200 anni (dal 1277 al 1447).

Fondatore della Signoria Viscontea fu il vescovo Ottone che, dopo aver prevalso sulla famiglia rivale dei Torriani, trasmise il proprio potere al pronipote Matteo: questi, sotto mandato imperiale e in qualità di Capitano di Popolo, riuscì poi a sottomettere all’egida milanese quasi tutto il territorio lombardo.

Ai due fondatori della dinastia, successero ben 10 “principes”, tra cui, per capacità e importanza, spiccarono:

  • Galeazzo I (nominato vicario imperiale, riuscì a resistere alle truppe papali giunte a stringere d’assedio le mura milanesi);
  • Luchino (temuto guerriero, in dieci anni di campagne militari riusci a sottomettere all’autorità milanese ben 7 città);
  • Giovanni (arcivescovo di Novara, tramite accordi matrimoniali si alleò con la casa dei Savoia e con i signori di Verona, gli Scaligeri);
  • Galeazzo II (costruttore/fondatore del castello e della futura università di Pavia);
  • Giangaleazzo (primo Duca di Milano, sotto il cui dominio iniziarono le costruzioni del Duomo di Milano e della Certosa di Pavia).

Ultimo rappresentate della casata viscontea fu Filippo Maria Visconti: questi, privo di un erede maschio e nel tentativo di resistere ai sempre più preponderanti eserciti della Serenissima, comandati da Francesco Bussone (il famoso “Conte di Carmagnola”), si legò al capitano di ventura Francesco Sforza, arrivando a dargli in moglie la figlia Bianca Maria.

Grazie a questo matrimonio, alla sua morte e dopo la breve esperienza dell’Aurea Repubblica Ambrosiana (con la quale, i cittadini milanesi tentarono di ristabilire le loro antiche libertà comunali), Sforza divenne il nuovo signore di Milano e dei territori lombardi ad essa assoggettati.