Era il suo sogno proibito il Nanga Parbat. L’alpinista bergamasco Simone Moro, che ha salito in prima invernale tre ottomila (il Makalu, il Gasherbrum II e il Shisha Pangma), ci aveva già provato. Respinto per due volte dalla montagna “mangiauomini” che non si era ancora fatta scalare in mezzo al suo manto innevato. Simone veniva spazzato via dal vento a centinaia di metri dalla vetta. Un meteo implacabile, soprattutto a quelle altitudini tra gennaio e marzo, lo ha fatto rinunciare nel 2012 e nel 2014. Il 26 febbraio 2016 alle 15,37 locali (le 11,37 in Italia) arriva su Facebook l’annuncio che fa entrare Moro nella storia dell’alpinismo: è il primo al mondo a violare in invernale la “killer mountain” (montagna assassina), quella che si è portata via anche il fratello di Reinhold Messner, Gunther, nella discussa spedizione tedesca del 1970.

L’impresa. Simone era partito il 6 dicembre per Islamabad, Pakistan. Ha raggiunto la vetta, dopo due mesi e venti giorni, insieme a Alex Txicon e Ali Sadpara: 8126 metri di altitudine scalati grazie a un tempo perfetto: sole, assenza di vento e temperature più alte della media. Condizioni meteo eccezionali che hanno aiutato i tre nell’impresa mai riuscita prima. Sono scesi e hanno raggiunto in sicurezza il campo 4 nel pomeriggio, il più alto, dove trascorreranno la notte. Si trova a circa 7.200 metri, poco sotto quella che viene chiamata la “zona della morte” (sopra gli ottomila metri): fu Messner, il “re degli ottomila”, a chiamarla così per la prima volta: è quella dove l’ossigeno viene a tal punto a rarefarsi da provocare cambiamenti significativi nel corpo umano. Il sangue si fa più denso, la respirazione difficoltosa, si distruggono dei neuroni, ogni piccolo movimento diventa faticosissimo, come se i piedi fossero incollati alla montagna e le gambe pesassero dieci volte.

“Mi congratulo con Simone Moro per questa impresa straordinaria, storica. Con lui la Lombardia è salita in cima al mondo. Appena torna a casa, voglio invitarlo in Regione per fargli i complimenti a nome di tutti i lombardi”. Lo fa sapere il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, in relazione all’impresa realizzata dallo scalatore bergamasco.

“Grandissimi complimenti” sono stati espressi anche dall’assessore allo Sport e alle Politiche per i giovani, Antonio Rossi, che ricorda come Moro sia rappresentante “della migliore tradizione dell’alpinismo lombardo e bergamasco. Con questa impresa e questo record – ha detto – Simone entra nell’olimpo degli scalatori e con lui svetta sopra gli 8mila metri anche la bandiera della Lombardia. Un grazie enorme a lui e a tutto il movimento alpino della nostra regione”.