Se tutte le regioni avessero lo stesso rapporto di spesa, si potrebbero risparmiare 66 miliardi.
La Lombardia oggi rappresenta il punto di equilibrio più efficiente nel rapporto tra quantità di servizi erogati e costo dei servizi stessi. Questi i dati ripresi dalla nota di Confcommercio sulla spesa pubblica locale, da cui emerge che, se tutte le regioni italiane riuscissero ad avere un costo dei servizi analogo a quello praticato in Lombardia, ogni anno lo Stato si troverebbe in tasca un tesoretto di 66 miliardi, cioè la somma corrispondente agli interessi che paghiamo sul nostro debito pubblico. Non poco in termini di bilancio; a livello nazionale infatti, anziché spendere 173,9 miliardi di euro (dato 2016) si potrebbe sostenere un costo di 107,9 miliardi di euro, risparmiando cioè il 38% della spesa.
Oggi invece il panorama italiano offre una grande disparità tra regione e regione, sia in termini di quantità di servizi pubblici erogati che in termini di costo dei servizi.
Se guardiamo la classifica dal punto di vista della quantità di servizi erogati, al primo posto, troviamo il Trentino Alto Adige (regione a statuto speciale), e subito sotto la Lombardia saldamente al secondo posto. Seguono in ordine Friuli Venezia Giulia, Val D’Aosta, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Umbria, Liguria, Piemonte, Marche, Basilicata, Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna, Puglia, Campania, Calabria e Sicilia. Fatto 100 i servizi erogati dal Trentino Alto Adige, la Sicilia ne eroga solo 30,4. La differenza è molto significativa.
Dal punto di vista della spesa per servizi pubblici locali pro-capite invece le elaborazioni presentate da Confcommercio fanno emergere che se i servizi della Calabria fossero venduti e acquistati ai prezzi della Lombardia, costerebbero 996 euro pro-capite, e non i 3.832 euro attuali. Per la Sicilia il conteggio porterebbe a una spesa teorica di 846 euro per siciliano, a fronte dei 3.220 euro sostenuti.
Questo evidenzia in cosa consista la virtuosità della Lombardia: è la regione che, in proporzione alle altre, offre il maggior numero di servizi al minor costo di spesa pubblica.
L’inefficienza delle regioni meno virtuose, invece, dipende da queste due variabili: o dal minor numero di servizi pubblici offerti (ad esempio Sicilia, Calabria e Campania erogano meno del 40% dei servizi che offre la Lombardia), o dal maggior costo pro capite dei servizi, (ad esempio il Trentino Alto Adige spende in proporzione più del doppio della Lombardia).
tratto da: Lombardia Speciale