Mantova, una delle città più belle d’Italia, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco e Capitale Italiana della Cultura 2016, è certamente nota per i suoi monumenti e le viette storiche, per la sua conformazione geografica e per il suo cibo, nonché per essere considerata la città dei fiori di loto.
I tre cosiddetti “laghi mantovani”, rispettivamente Superiore, di Mezzo ed Inferiore, che abbracciano Mantova e conservano la piccola città come un grazioso borgo, costituiscono un luogo privilegiato dove è possibile ammirare l’inconfondibile profilo monumentale della città; essi sono il luogo ideale per una passeggiata, un giro in bicicletta, un’escursione in battello o in motonave.
Nei mesi di luglio ed agosto, il lago Superiore, in particolare, esplode di colori, grazie proprio alla fioritura dei fiori di loto, che danno origine alla distesa di fiori più grande in assoluto, al di fuori del Giappone.
Il fiore di loto è una radice della pianta acquatica appartenente alla famiglia delle Nelumbonaceae; originaria delle regioni orientali. La sua maturazione avviene con la comparsa di grandi foglie galleggianti e nei mesi estivi, Mantova è trionfo e meraviglia, emozione che si rinnova in ogni momento dell’incedere del fiore stesso.
E’ una pianta di indole vagabonda: ama spaziare attraverso il regno delle acque, non conoscendo limiti nell’irrefrenabile cammino, tenue ed ammaliante.
Non il profumo dei fiori, ma quello delle foglie si spande tutt’intorno nei caldi giorni d’estate.
Le tinte dei fiori sono piacevoli gradazioni di bianco, giallo, arancio, rosa, rosso.
Il fior di loto è anche commestibile, in tutte le sue parti: nella cucina orientale si fa largo uso soprattutto dei tuberi e dei semi come alimenti; foglie, petali, steli e persino gli stami sono invece usati come complementi.
Un’altra delle tante straordinarie caratteristiche del loto è l’idrorepellenza delle foglie: l’acqua non le bagna, ma scivola via dalla superficie come una cascata di perle. Questa interessante peculiarità è oggetto di studio al fine di produrre tessuti e materiali con le stesse proprietà.
Oltre al fascino del fiore che deriva da questa, la radice del loto ha numerose proprietà benefiche; di forma allungata, si presenta di colore grigio-bianco, il sapore è dolce e la consistenza interna è croccante. La radice del fiore di loto è ricca di fito-nutrienti, di vitamine (C, B e B6) e minerali inoltre essendo ricca di fibre aiuta a l’intestino a combattere la stitichezza e riduce il colesterolo nel sangue.
Attraverso i secoli e le civiltà, il loto ha assunto un’aura di sacralità e mistero, assurgendo a simbolo di purezza, divinità, totalità.
La presenza dei fiori di loto a Mantova non ha origini certe: c’è chi ritiene che i fiori siano stati introdotti dai Saveriani di Parma; per altri, questo spettacolo è dovuto ad Anna Maria Pellegreffi, che, nel 1921, introdusse i tuberi del fiore di loto nel lago pensando di sfruttare la farina ricavata dai rizomi per l’alimentazione.
Una leggenda più romantica fa invece risalire la nascita dei fiori di loto ad una storia d’amore in cui una giovane donna di origini orientali, morì cadendo nelle acque del lago in cui si stava specchiando e l’amato, disperato, prima di gettarsi nel lago per seguire la sorte dell’amata, vi sparse i semi del fior di loto, affinché il profumo e la delicatezza dei fiori che si aprono nella stagione estiva ricordassero per sempre il profumo e la dolcezza della sua amata.
Quel che è certo è che questa pianta è un dono; rappresenta la natura che si offre nella sua interezza; è nobiltà e fierezza d’aspetto in un animo umile.
E da sempre, i Barcaroli del Mincio propongono affascinanti itinerari fluviali alla scoperta di questa magica città, navigando lenti, tra canneti e ninfee, attraverso la miriade di canali che porzionano la larga distesa d’acqua, permettendo di ammirare rare specie di uccelli, sotto un timido sole al tramonto, discendendo il fiume fino al Lago Superiore, teatro estivo dell’immancabile e spettacolare fioritura del Fior di Loto.