Storceranno sicuramente il naso, gli intenditori e consumatori dell’aperitivo classico davanti alla prospettiva di un’alternativa ai classici Vermouth, Negroni e Americano, se proporrò loro un’opzione, un liquore nero, tipico della tradizione Lombarda e simbolo della Milano raffinata, l’aperitivo nero per eccellenza: il Rabarbaro Zucca.
Nel 1845 Ettore Zucca, pioniere di quella che sarebbe diventata una delle storiche aziende lombarde Industria Lombarda Liquori Vini e Affini di Varese, scoprì il gusto e la piacevolezza del famoso rabarbaro, grazie alla moglie Tilde Beduschi che seguendo il consiglio del suo medico, aveva l’abitudine di preparare un infuso speciale di rabarbaro per aiutare la sua cagionevole digestione. Intuendo le straordinarie potenzialità della bevanda cominciò così la produzione artigianale di uno dei prodotti destinati a diventare il simbolo della Milano ricercata e portavoce dello stile italiano del bere nel mondo.
Di colore ebano che lo rende unico e dal carattere distintivo, il liquore al rabarbaro è un prodotto di grande tradizione e al tempo stessa di estrema modernità, con un sapore retrò, leggero, fresco e amaro. Ma come si consuma il liquore a base di rabarbaro? Oggi sono presenti diverse combinazioni di cocktail: rabarbaro zucca e chinotto, rabarbaro zucca con selz e ghiaccio tritato accompagnato da una scorza d’arancia il preferito della sottoscritta e ancora zucca, gin e cedrata e perfino zucca e bitter.
La storia della miscelazione attuale passa attraverso la corrente del futurismo, che sovvertì il cocktail in una forma d’arte contemporanea che doveva suscitare sensazioni, impressioni e osservazioni per chi lo assaporava. L’ideatore del movimento futurista Marinetti affermava che “Si pensa, si sogna e si agisce secondo quel che si beve e si mangia”.
Due bevande hanno come ingrediente principale il rabarbaro ed entrambe appartengono alla tradizione meneghina e lombarda. La prima è classificabile all’interno della categoria della miscelazione futurista ed è chiamata Snebbiante: 3 cl liquore all’artemisia absenthium, 3 cl grappa secca e ovviamente 3 cl liquore di rabarbaro. Questo drink creato dal critico d’arte futurista P.A. Saladin ha il chiaro intento, suggerito dal nome, di liberare “snebbiare” la mente dai pensieri per permettere al suo bevitore di prendere importanti decisioni. Saladin probabilmente era solito bere queste misture prima di criticare le opere dei futuristi, in questo modo sarebbe stato libero da pregiudizi e preconcetti. L’abbinamento non sembra dei più riusciti ed armonici, ma garantisce un sicuro potere euforizzante.
La seconda bevanda, scoperta su un antico libro di cocktail di Elvezio Grassi del 1927, presenta una trasposizione milanese del famoso cocktail Milano-Torino, rinominata appunto Milano- Milano composta da 5 cl di vermouth rosso e 4 cl di Campari, con due gocce di liquore al rabarbaro che sostituisce il vermouth di Torino. Le note di rabar baro non in quantità eccessive, si sposano molto bene con le note amare del Campari per una valida alternativa all’originale. Si narra che questo drink fosse stato inventato attorno al 1932, per celebrare l’inaugurazione dell’autostrada A4, la Torino-Milano che univa i due capoluoghi industriali e che dotava finalmente l’Italia di una moderna via di comunicazione.
La storia del rabarbaro zucca è legata indissolubilmente al locale storico italiano“Zucca in Galleria” all’interno della Galleria Vittorio Emanuele a Milano, dove è possibile sorseggiare un aperitivo ammirando sullo sfondo i mosaici e i decori liberty, il bancone intarsiato e i lampadari in ferro battuto.
Qualunque sia la vostra scelta, classica oppure futurista seguirei il consiglio di Marinetti, che aveva creato questa di classi di miscele con lo scopo di sentirsi indipendenti e redenti, ma anche di sollevare discussione tra i convitati, dialogare e creare un clima di ospitalità.“Ci vediamo allo Zucca”, richiamo storico al salotto di Milano, dove degustando il vostro pre-dinner cocktail respirerete un’atmosfera piena di fascino,stile,cultura e di storia.