Un giorno il diavolo decise di volere possedere uno spazio per sé su una parte terra; così Domineddio decise di consegnargli il bosco, ma solo nel periodo in cui esso era completamente senza fogliame. Le piante, contrariate e disperate per l’arrivo dell’inverno, andarono a consultare la quercia, albero più saggio e robusto. Questa dopo aver riflettuto a lungo decise che durante tutto l’inverno lei avrebbe trattenuto le sue foglie cosicchè il bosco non fosse mai senza fogliame …. da quel momento, le foglie secche della quercia coriacee e seghettate rimangono sui rami per cadere completamente soltanto quando almeno un cespuglio si è rivestito di foglie nuove…
… è quel che accade ogni anno anche al Parco Naturale Bosco delle Querce: un’area rinaturalizzata, sorta in un territorio inizialmente inquinato dalla diossina nella ex zona A del disastro di Seveso, dove, in ragione di un progetto di riforestazione curato dall’agronomo Lassini, il terreno fu asportato e sostituito da terra proveniente da altre aree sane.
Era il 10 luglio 1976, quando, a causa di un guasto ad un reattore della ditta ICMESA, venne rilasciata una nube di TCDD che, per i forti venti, si sparse soprattutto sui comuni di Meda, Seveso, Cesano Maderno e Desio; l’area, denominata zona A, che arrivò a coprire uno spazio di 108 ettari, venne evacuata, recintata e ne fu vietato l’accesso. Nel 1983 si decise di costruire un parco nella ex zona A, ricoprendo le vasche di contenimento ed utilizzando per lo strato superficiale terra proveniente da altre zone della Lombardia: i lavori iniziarono l’anno successivo e terminarono nel 1986, quando fu affidato all’Azienda regionale delle foreste (ARF).
L´origine artificiale del Bosco delle Querce ed il suo isolamento diretto dal resto del territorio hanno reso inizialmente l´intera area difficilmente popolabile da flora e fauna, ma oggi, numerose specie di mammiferi, uccelli, rettili ed anfibi, insetti, oltre ad una rigogliosa vegetazione hanno dato vita e colori al bosco.
Oggi i visitatori potranno scorgere nel bosco il coniglio selvatico, la lepre, la volpe, il riccio, due specie di arvicola e la talpa; e ancora: Picchio rosso maggiore, Allodola, Merlo, Cinciallegra, Quaglia, Fagiano, Starna, Ballerina bianca, Airone cenerino (di frequente passaggio nei laghetti), Corvo, Civetta, Germano reale, Cornacchia grigia, Passero domestico, Torcicollo, Pettirosso, Scricciolo e Codibugnolo. Da studi effettuati dalla LIPU nel 1997 sono state identificate inoltre 3 specie di anfibi (Rospo smeraldino, Raganella italiana, Rana verde) e 2 specie di rettili (Lucertola muraiola, Biacco).
E’ tuttavia la ridente flora a farla da padrona. Il Bosco delle Querce di Seveso e Meda è stato interamente costruito dall´uomo con l´intento di dar vita ad un’area con caratteristiche simili a quelle dei vicini boschi originari, costituiti in prevalenza da Farnia, Pino silvestre, Betulla, Carpino bianco, Ontano nero e Salice bianco. Tranne la Quercia rossa, che è esotica, sono presenti infatti specie arboree tipiche della vegetazione naturale potenziale dell´alta pianura (Querco-Carpineto), verso cui sembra evolvere il popolamento forestale, confermato dalla buona presenza nel sottobosco di arbusti tipici come Biancospino, Prugnolo, Rosa Canina, Viburno, Pado, Nocciolo, Corniolo e Lantana.
Tra la flora spontanea del Bosco delle Querce si trova un certo numero di piante officinali; tra queste il comune Tarassaco (Taraxacum officinale), molto usato in erboristeria, la Verbena, la Menta ed essenze dai fiori colorati, come Malva e Trifoglio.
A partire dal 1° maggio il fiabesco Bosco delle Querce è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 21: un appuntamento magico ed imperdibile per grandi e piccini, tra realtà e leggenda.