In Lombardia se un’impresa investe nel digitale i risultati economici si vedono. Lo si apprende da una recente indagine della Banca d’Italia che ha analizzato le performance dell’industria nell’ultimo anno, il tutto con uno sguardo alle differenze regionali.

Nel report si spiega come nel 2015 le aziende, che negli anni precedenti hanno speso di più in ricerca e sviluppo, abbiano registrato «un andamento delle vendite più favorevole della media».
Le tecnologie più complesse vengono applicate ai processi produttivi solo da 2 aziende lombarde su 10 e nella maggior parte dei casi sono state introdotte da poco tempo.
Certamente siamo ancora lontani dalla piena digitalizzazione, ma un fattore comunque positivo è la popolarità in Lombardia di due strumenti d’innovazione: l’internet mobile e il cloud. Il secondo è un servizio che consente l’elaborazione e la trasmissione dei dati attraverso la rete.

Analizzando i 93 comparti produttivi dell’industria lombarda, sul «podio tecnologico» si piazza il settore farmaceutico, specialmente l’high-tech delle province di Milano e Monza-Brianza. Nell’ambito dei macchinari lo studio parla di un livello di tecnologia medio-alto in Lombardia con picchi nelle province di Brescia e di Milano.

Banca d’Italia spiega come nel 2015, per fare innovazione, l’asso nella manica delle aziende è stato unire le forze. Crescono i cluster regionali, i parchi scientifici e gli incubatori.
L’esempio più recente è l’accordo tra Regione Lombardia e Comune di Cremona per la costruzione, a partire da luglio 2016, di un nuovo centro tecnologico in città.
Uno spazio di circa 12 mila metri quadrati che ospiterà le aziende di un consorzio di ricerca oltre ad un’area di  per start up e imprese di telefonia e informatica.

Nei distretti industriali la strategia dei produttori lombardi si è focalizzata maggiormente su un mix di qualità e internazionalizzazione.
Nel rapporto si legge come «la meccanica rappresenta il principale comparto di specializzazione, con oltre la metà degli addetti manifatturieri dei distretti». In seconda posizione c’è invece l’industria della moda.

A dare una spinta alle aziende lombarde nel 2015 ci ha pensato poi Expo. Nei sei mesi dell’Esposizione universale di Milano, i suoi 21,5 milioni di visitatori hanno rafforzato in regione non soltanto il turismo ma anche le imprese. Le aziende lombarde si sono aggiudicate il 21 per cento degli appalti per le opere di costruzione del sito e quasi il 52 per cento dei bandi per la fornitura di beni e servizi. La spesa dei visitatori si è poi concentrata per il 69,6 per cento nella provincia di Milano.

Cifre importanti a cui si aggiunge un 2015 segnato dalla crescita degli investimenti privati. Nella sola Lombardia il giro di investimenti è stato di 3,3 miliardi di euro. Stiamo parlando di quelle attività finanziarie per cui chi investe apporta denari e risorse all’interno delle imprese comprandone una quote o investendo in azioni.
Un sistema di finanziamento che potrebbe giocare un ruolo basilare nello sviluppo “4.0” dell’industria lombarda.