Assolombarda alza le stime sull’economia della regione: a luglio stimava un +5,4%. Per l’Italia l’Istat prevede un +6,1%.
Il Pil della Lombardia nel 2021 crescerà più del previsto. Secondo il centro studi di Assolombarda, il Pil crescerà del 6,4%, contro la precedente stima fatta a luglio del +5,4%, grazie soprattutto alla forte ripresa in atto e alle attese positive sulla produzione, nonostante crescano le criticità sul fronte delle catene di approvvigionamento. Secondo le ultime stime Istat, il Pil italiano crescerà del 6,1% nel 2021, la Lombardia si pone quindi leggermente al di sopra della media nazionale. Si tratta di una accelerazione significativa che però consentirà di superare i livelli pre-Covid solo nel 2022 (ancora del -3,4% il gap nel 2021). Nel 2021 si stanno registrando divari e tempi di recupero analoghi anche in Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte, le principali aree produttive italiane. La Lombardia e queste Regioni nel 2020 hanno avuto cali del Pil intorno al -9%, in linea con la media nazionale, mentre nel confronto con le altre aree più produttive d’Europa lo scenario appare diverso: la Catalogna con un -11,5% nel 2020 ha accusato una perdita annua più ampia e senza precedenti (-10,8% la caduta in Spagna), mentre in Baviera e Baden-Württemberg lo scorso anno la flessione è stata del -5,5% (-4,6% nel totale Germania).
Positiva la fiducia sulla ripresa anche se ci sono pressioni sull’approvvigionamento
In questo quadro, sono positive le prospettive di domanda e produzione mentre crescono le criticità sulle catene di approvvigionamento. Secondo quanto indicato da Assolombarda, dopo il lieve arretramento di agosto, pur essendo i livelli storicamente elevati, a settembre il clima di fiducia delle imprese manifatturiere risulta stabile nel totale italiano, mentre risale nel Nord Ovest e in Lombardia. Nel confronto europeo, la fiducia tocca un nuovo record in Germania e torna a crescere in Spagna, mentre è in deciso peggioramento in Francia. Di fronte alla crescita della produzione, si sta assistendo a una riduzione delle scorte e soprattutto le imprese italiane e tedesche stanno ricorrendo alle giacenze di magazzino per assorbire le tensioni sui prezzi e sulle disponibilità di materie prime e semilavorati.
Cresce il numero delle nuove imprese
A dimostrazione del fatto che il quadro economico sia positivo, in Lombardia – tra aprile e giugno – è cresciuto il numero delle imprese: le iscrizioni alle anagrafe camerali sono aumentate del 4,7% in confronto alla media 2017-2019. Tale fenomeno è stato più evidente in Lombardia rispetto alle altre Regioni più industrializzate: il Piemonte segna un +1,4%, quando Emilia-Romagna e Veneto sono ancora in negativo (rispettivamente -1,4% e -4,1%). Inoltre, dai dati emerge che le cessazioni in Lombardia sono 7.788, inferiori di quasi un quinto rispetto alla media 2017-2019 e ancora lontane dal fisiologico “ricambio” del sistema. Nel dettaglio, le nuove attività che superano il livello pre-Covid riguardano i settori della Finanza (+56%), delle Attività professionali, scientifiche e tecniche (+51%), dell’Immobiliare (+22%), dell’ICT (+21%) e delle Costruzioni (+21%). Restano ancora sotto i livelli 2017-2019, le attività che hanno maggiormente sofferto durante la pandemia: Alloggio e ristorazione (-29%), e anche nell’industria (in questo caso, però, la tendenza è in atto da diversi anni).
Tratto da: Lombardia Speciale