In queste settimane, in molte città e paesi, non si contano le celebrazioni di quanto narrato dai Vangeli per la nascita di Gesù. Presepi viventi e cortei come quelli dei Re Magi in visita al Cristo sono all’ordine del giorno. Una quotidianità vissuta con superficialità senza porci domande sulle origini di tutte queste rappresentazioni.

facciata-s-eustorgio_origUna di queste in particolare merita di essere raccontata, si tratta del corteo dei Magi che ogni anno si dipana a Milano partendo da Piazza del Duomo per giungere alla Basilica di Sant’Eustorgio. Un luogo quest’ultimo che rappresenta una scelta “obbligata” per un percorso che ormai è una tradizione non solo milanese. Il perché nelle righe che seguono, tratte dal sito www.santeustorgio.it.

LA TRADIZIONE DEI MAGI

Una  tradizione ci unisce alle origini della Chiesa e ci riporta addirittura ai vangeli dell’infanzia di Gesù. E’ la vicenda dalla quale prende rilievo la figura di Sant’Eustorgio, eletto nel 343 nono vescovo di Milano, di cui fu anche governatore. In questa vicenda si intrecciano leggenda, tradizione e storia.

Se, arrivando qui, avete dato un’occhiata al campanile della basilica, avrete notato una “stranezza”. Sulla sua cima non c’è una croce, ma una stella a otto punte: la stella dei Magi, per indicare la presenza delle loro reliquie, oggetto da sempre della devozione dei fedeli.

La leggenda vuole che i Magi siano morti a Gerusalemme, dove erano tornati dopo la crocefissione di Gesù, per testimoniare la fede di cui si erano fatto banditori nei loro paesi.

corteo_d9La tradizione sostiene che le loro spoglie siano state trovate dalla regina Elena, madre di Costante, capo dell’Impero Romano d’Oriente, e trasferite nella chiesa di S. Sofia a Costantinopoli. Costante le donò a Eustorgio quando questi, eletto vescovo, si recò da lui per rimettere nelle sue mani il mandato di governatore di Milano da lui ricevuto. Eustorgio le trasportò, assieme al pesante sarcofago nel quale erano state riposte, usando un carro trainato da buoi. Dopo un lungo e avventuroso viaggio di ritorno, giunse proprio qui, all’ingresso nella città da Porta Ticinese, dove il carro sprofondò nel fango e non fu possibile rimuoverlo. L’incidente fu interpretato da Eustorgio come un segno divino, e per questo fece erigere la prima basilica nella quale custodire le reliquie dei Magi.

La storia ci informa che nel 1164 l’imperatore Federico I, il “Barbarossa”, durante una delle sue calate in Italia, ordinò al suo consigliere, Reinald von Dassel, che era anche arcivescovo di Colonia, di impadronirsi delle reliquie, che finirono cosi nel duomo della città tedesca. Nel 1906, infine, il Card. Ferrari, vescovo di Milano, ottenne una parziale restituzione delle reliquie, ora conservate in una preziosa urna posta sopra l’altare dei Magi.

A ricordo del loro martirio, la liturgia ambrosiana usa, nel giorno dell’Epifania, paramenti di colore rosso.

Al di là della questione riguardante l’autenticità o meno delle reliquie, la devozione dei Magi ripropone il cammino di ogni credente. Quando giungi a piegare il ginocchio davanti a Gesù, alla Parola diventata carne, puoi porgere il cuore al tuo Salvatore. Uno scrigno che non contiene oro, incenso o mirra, ma soltanto quell’unica povera ricchezza che è il tuo peccato. E da quel momento non puoi fare a meno di essere, a tua volta, annunciatore e testimone.

Nell’immagine di copertina il reliquiario dei Magi presente all’interno della Basilica.