Antiche festività, processioni, giochi e mestieri che un tempo erano parte integrante e patrimonio comune dei milanesi. Il tempo trascorso, il mondo è cambiato e molte tradizioni sono scomparse, documentate da un dipinto, una foto o un registro parrocchiale. O, a volte, affidate solo ai racconti di padri e nonni. Eccone una piccola raccolta.
1) La processione per Sant’Aquilino
Il santo, giunto a Milano per venerare Ambrogio, fu ucciso nel 1015 dai catari e gettato in una fogna. Il suo corpo fu raccolto e trasportato nella chiesa di San Lorenzo. Ogni anno, il 29 gennaio, si svolgeva una processione fino alla basilica e veniva portato un vaso di fiori. La processione fu soppressa durante il primo conflitto mondiale e riprese nel 1925 per scomparire nuovamente negli anni Sessanta.
2) Festa di San Giorgio e i lattai
I lattai milanesi festeggiavano il loro patrono il 24 aprile. Durante la festa di San Giorgio ornavano i loro negozi con rami di pioppo e abbellivano l’altarino sopra il banco di vendita. Con la scomparsa dei lattai è venuta meno anche la particolare ricorrenza.
3) La Fiera degli Organitt
Il sabato grasso si svolgeva su un lato del Duomo la fiera degli organetti. I suonatori mettevano in mostra gli ingombranti strumenti musicali, trainati da cavalli. In un clima di festa (e di chiasso) gli organizzatori di feste e balletti carnevaleschi giungevano per scegliere e contrattare l’organetto migliore per la serata.
4) San Pietro Martire
San Pietro Martire fu ucciso nel 1252 con un colpo alla nuca nella foresta di Seveso (a Barlassina) mentre stava percorrendo la strada che collega Milano a Como. Il 29 aprile i suoi fedeli raggiungevano l’urna contenente i suoi resti e davano testate per essere preservati dai dolori al capo durante tutto l’anno.
5) I firunatt
Uno dei mestieri tipicamente milanese ormai scomparso quasi del tutto. Durante le feste di Natale, nei mercatini del centro, è possibile ancora ancora acquistare il firun. Il firunatt era il venditore di castagne cotte al forno con il vino bianco che girava per le strade meneghine con le collane di frutti infilate nello spago.
6) I lampadee
Nel 1787 Milano era illuminata da 490 lampade a olio che davano lavoro a 76 persone. I lampionai erano gli addetti all’accensione e allo spegnimento dei lampioni della città. Dopo il tramonto giungevano con una lunga pertica e accendevano a uno a uno le luci di Milano.
7) La carsenza, il vero dolce milanese
Una moneta d’oro o d’argento per incominciare al meglio l’anno nuovo. Il capofamiglia inseriva infatti il prezioso regalo all’interno della torta di pan soffice, chiamata in dialetto carsenza, servita a Capodanno. Al commensale più fortunato la fetta pregiata! Questa bella tradizione festiva è entrata nel dimenticatoio, come la torta tipica dei contadini meneghini.
8) Bruciate
Ma come si trascorrevano le ultime ore dell’anno vecchio? In questo caso cambia poco rispetto a ciò che avviene nelle case italiane ancora oggi: si giocava a tombola. In tavola non potevano però mancare le castagne “bruciate”.
9) Lippa
Il gioco più in voga nel Nord Italia, e soprattutto a Milano, era la lippa. Con un manico di scopa si colpiva un legnetto appuntito e, in volo, si cercava di scagliarlo il più lontano possibile. E’ stato anche uno dei giochi più longevi in assoluto: i primi riscontri risalgono addirittura al Cinquecento.
10) Murella
Grande popolarità, sempre in tema di giochi, aveva la “murella”. Le figurine di cartone erano lanciate contro un muro, cercando di coprire un lembo della figurina dell’avversario. Chi ci riusciva poteva “confiscarla”. Il gioco ha appassionato bambini e ragazzi fino a pochi decenni fa.