È un quadro positivo quello tracciato dalla Banca d’Italia che delinea una crescita di tutti i fattori, dalla produzione industriale all’occupazione, dagli investimenti ai consumi.
Nel 2017 l’espansione dell’economia della Lombardia ha accelerato rispetto agli anni precedenti, coinvolgendo tutti gli attori: le imprese hanno incrementato l’attività e potenziato gli investimenti sia per effetto del buon andamento delle esportazioni (+7,5%) che per una ripresa della domanda interna e le famiglie hanno visto salire il proprio reddito disponibile grazie al miglioramento del mercato del lavoro. Il quadro è stato tracciato dal Rapporto Economie regionali, L’economia della Lombardia, Banca d’Italia, 2018.
GRANDI CAMBIAMENTI STRUTTURALI
“Questi dati confermano che le condizioni per un rilancio e una crescita economica ci sono”, spiega l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Alessandro Mattinzoli. “La crisi epocale, non solo economica, ma di grandi cambiamenti strutturali ci dice che infrastrutture e innovazione sono ingredienti sicuramente fondamentali per una ricetta vincente. Ma occorre soprattutto un cambio di passo e di cultura nell’approcciarsi a contenuti e temi con una visione strategica e un gioco complessivo di squadra di tutti i protagonisti dello sviluppo economico: istituzioni, associazioni di categoria, corpi intermedi, organizzazioni sindacali”.
FARE RETE
“La contrapposizione fra Micro, PMI e grande industria – spiega ancora – non ha ragione di esistere, perché attraverso innovazione e tecnologia dobbiamo riuscire a creare un’unica filiera di eccellenza produttiva. La Lombardia può essere protagonista e motore trainante non solo all’interno del nostro Paese: ha infatti potenzialità per essere uno dei perni centrali del sistema europeo e per vincere le sfide di un mercato globale”.
INDUSTRIA, CRESCONO TUTTE LE CATEGORIE DIMENSIONALI
La produzione industriale lombarda nel 2017 aumenta del 3,7 per cento coinvolgendo tutte le categorie dimensionali d’azienda e tutti i comparti produttivi a eccezione del tessile (-0,8%). Crescono più della media regionale le calzature e la siderurgia (+5,8%), la meccanica (+4,7%), la gomma (+4,4%), i minerali non metalliferi e la chimica (+4,3%). Ulteriormente ridotte anche le scorte che già nel 2016 si erano collocate al di sotto del livello giudicato normale dagli imprenditori.
L’espansione dell’attività dell’industria e dei servizi prosegue nel primo trimestre del 2018 e, nei programmi delle imprese, l’accumulazione di capitale dovrebbe consolidarsi in corso d’anno.
SEGNALI DI RIPRESA
Il settore edile, dopo il prolungato periodo di crisi e la stabilizzazione nel 2015 e 2016, mostra segnali di ripresa registrando nel 2017 un aumento del fatturato a valori correnti delle imprese del 3,1 per cento. Si rafforzano anche gli investimenti pubblici il cui valore nei bandi sale del 24 per cento. Le compravendite di abitazioni si sono ulteriormente intensificate del 5,5 per cento, pur rimanendo inferiori del 36 per cento a quelle registrate nel 2006 e le quotazioni sono cresciute a un tasso leggermente superiore (1%) rispetto all’anno precedente. Secondo l’indagine della Banca d’Italia, la quota di aziende dell’industria e dei servizi che hanno conseguito un utile di esercizio ha raggiunto quasi l’80 per cento.
ESPANSIONE DEI FINANZIAMENTI ALLE IMPRESE
I prestiti bancari al tessuto produttivo sono cresciuti in misura moderata nel 2017 e a marzo 2018 segnavano un’espansione del 2,6 per cento su base annua. A sostenere la domanda di credito da parte delle imprese sono la ripresa degli investimenti unitamente ai tassi favorevoli. Se in generale l’accesso al credito viene giudicato migliorato dal mondo produttivo, persistono però forti differenze a seconda della dimensione aziendale e del settore. L’espansione ha interessato solo le aziende medie e grandi, mentre i finanziamenti a quelle piccole hanno continuato a flettere, seppure con un’intensità più contenuta rispetto al passato. I prestiti alle aziende manifatturiere hanno fortemente accelerato, mentre il credito al terziario, dopo aver rallentato per buona parte dell’anno, è tornato a crescere con tassi di variazione elevati negli ultimi mesi del 2017; i finanziamenti al settore delle costruzioni hanno invece continuato a contrarsi.
OCCUPAZIONE, RICERCATI LAUREATI E LAVORATORI QUALIFICATI
ll tasso di occupazione è salito al 67,3 per cento (1,1 punti percentuali in più rispetto al 2016) e tra i laureati ha raggiunto l’84,7 per cento. La domanda di lavoratori nella regione è orientata più che nella media del Paese alla ricerca di figure professionali laureate o con un’elevata qualifica professionale: tra il 2012 e il 2016 la quota di personale laureato che le imprese lombarde programmavano di assumere era pari al 21,8 per cento del totale (15,7% nella media nazionale).
MIGLIORANO IL REDDITO E I CONSUMI DELLE FAMIGLIE
Il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro ha di conseguenza aumentato, lo scorso anno, il reddito e i consumi delle famiglie rispettivamente di circa l’1,2 e quasi il 2 per cento. Nel 2016 (ultimo anno di riferimento dei Conti economici territoriali dell’Istat) il reddito disponibile in Lombardia era di poco superiore a 22mila euro pro capite, significativamente più elevato della media nazionale (circa 18.200 euro).
Secondo le stime di Prometeia il Pil lombardo nel 2017 è aumentato dell’1,7 per cento, ma non è stato ancora recuperato il divario accumulato negli anni precedenti con le principali regioni della Ue simili per struttura economica e produttiva.
tratto da Lombardia Speciale