La discussione è accesa da tempo: qual è il posto più lontano da Milano in Lombardia. In molti dicono Livigno, altri invece Felonica dipende da dove si parte da Milano ovviamente. Ed è proprio dall’estrema periferia di pianura della Nazione Lombarda che arriva una romantica storia di passione. Ed è dalla passione di una donna che prende spunto una delle vicende più originali del panorama turistico locale.

Germana Mazzi è nata e cresciuta a Milano da una famiglia proveniente dal basso mantovano. Per anni ha fatto la commerciante nel settore della moda e poi ha scelto di cambiare vita radicalmente e con il marito Sauro e il figlio Stefano ha coronato il sogno di recuperare una vecchia cascina di proprietà posta in fregio alla strada che da Felonica conduce a Quattrelle. Il lembo orientale estremo della Lombardia sul confine tanto col Veneto, quanto con l’Emilia Romagna.

Siamo a 30 chilometri da Ferrara e qui da qualche anno ha aperto i battenti una azienda agrituristica denominata “Corte Nigella”. Come ebbe a dichiarare Germana anni fa rappresentando la Lombardia all’Expo di Milano e parlando del suo “Museo delle erbe vive” e della propria stima per la naturalista tedesca Ildegarda di Binghen, la prima “strega” a non finire al rogo, bensì a diventare santa (nel medioevo bastava poco per essere bollata di stregoneria).

Il nome Nigella ha poco a che vedere con la cuoca Curvy Lawson. L’idea le venne semplicemente quando a Felonica arrivò un sacchetto di semi non richiesto e pensando alla propria indole ha scelto di utilizzare questo nome che in Toscana è declinata col sinonimo di fanciullaccia, un po’ come le piace immaginarsi. Germana sognava un luogo di pianura immerso nel verde, coi cavalli e le erbe aromatiche.

Un abbinamento del tutto inusuale al punto che per prima e’ riuscite a dar vite al cosiddetto “Museo delle erbe vive”, eccentrica selezione di piante ed erbe officinali e aromatiche, legate fra loro da un filo narrativo e cosiddetto olistico. Senza dubbio una scelta originale in un contesto famoso per i meloni e le cipolle. Germana e Sauro non sono stati fortunatissimi. Appena inaugurata la struttura hanno conosciuto la sciagura del terremoto che ha sconvolto quel territorio e nonostante tutto non hanno mollato.

Negli anni il maneggio e’ cresciuto insieme all’offerta turistica legata alle vacanze in bicicletta, molto cara ai turisti del Nord Europa, che in questo luogo possono trovare la quiete e il buon gusto che cercano. La cascina si presenta molto curata al centro di un’area ovviamente altrettanto verde, con ampi spazi ben attrezzati. Anche in questo caso un’altra proposta originale sta nel cosiddetto Ristobike. Un punto di ristoro per i tanti ciclisti che passano di qua transitando sulla ciclabile dell’argine del Po che costeggia la tenuta. L’entusiasmo di Germana è contagioso e il museo la sua creatura. Inaugurato nel 2014 rappresenta una cosa assolutamente unica nel suo genere detto anche “Il Giardino dei Semplici” di fatto è un ambizioso percorso didattico multisensoriale tutto all’aperto, composto da diversi piccoli giardini tematici dove potrete essere accompagnati da Germana in un viaggio nella scoperta di aneddoti e racconti popolari di terre lontane, nonché nell’utilizzo delle erbe aromatiche in cucina e delle erbe officinali e delle loro proprietà’ curative e cosmetiche.

Nei fine settimana si viene ovviamente anche per mangiare. Qui si possono trovare molti dei piatti della tradizione oltrepadana rielaborati e realizzati con materie prime spesso provenienti dal territorio. A farla da padrone in cucina soprattutto i rinomati meloni di Sermide o la cipolla sempre di Sermide, ma soprattutto di Felonica, vero e proprio prodotto identitaria del luogo. La stessa cipolla che è la base per la preparazione del “tirot”, una specialità che potrete trovare solo da queste parti. Quest’ultima è
un prodotto gastronomico tipico di Felonica, che utilizza quale ingrediente principale la cipolla bionda coltivata in loco.

Qui si racconta che anticamente le donne al mattino preparassero l’impasto del tirot e lo portassero a cuocere nei forni comuni per poi andarlo a distribuire ai braccianti agricoli impegnati nei campi. Un rito rurale che si svolgeva nella profonda bassa agricola con un impasto che appunto si tirava direttamente e delicatamente in una teglia.

Di fatto è una focaccia sottilissima dal colore dorato come le cipolle utilizzate che le donano in gusto intenso e a tratti dolciastro. Ovviamente qua non manca mai nel menu’, ma Germana ama comunque sperimentare e la realizza anche nella versione alle erbe aromatiche. Le sale da pranzo all’interno della casa padronale sono piccole stanze ben arredate, in modo semplice e secondo tradizione, ma con la bella stagione si può magiare nel giardino all’aperto riparati dagli alberi molto rigogliosi che lo compongono.

Si mangia ovviamente secondo stagione ma di norma non mancano i tortelli di zucca ( anche rielaborati con burro fuso con noci e semi di papavero,) o i ravioli di borragine con semi di nigella, chicche alle ortiche con crema di cipollotti e zafferano, le carni sempre accompagnate da cotture con erbe aromatiche che le rendono particolari e poi i dolci fra i quali la tradizionale sbrisolona di mandorle tipica mantovana (anche nelle versioni rielaborate al caffè o con la farina di farro) o un originale budino di latte profumato alla lavanda con composta di fragole e melissa.

Nulla di banale e tutto legato da un filo conduttore: l’amore per questa terra lontana da Milano declinato da una Milanese che qua ha ritrovato le proprie radici e riscoperto grandi passioni. Qui in agosto può capitare persino di imbattersi in serate dedicate alle stelle cadenti, accompagnandone l’attesa con i buoni cibi di questa terra e con un sottofondo musicale dal vivo. Insomma in poche parole una versione poetica della bassa che poteva essere interpretata così solo da chi non la aveva mai vissute se non nei ricordi e nei racconti di famiglia.