
Il violino è il più piccolo tra la famiglia degli strumenti ad arco, così chiamati perché il suono viene prodotto sfregando un archetto di legno e di crine su quattro corde. Ed è proprio questo mistero del suono che intriga da secoli numerosi amanti della musica, forse perché il violino possiede un’anima. Si chiama così il legnetto posizionato all’interno della cassa che trasmette le vibrazioni sonore.
E’ considerato per eccellenza lo strumento dell’individualismo, tanto da valergli l’appellativo di strumento del diavolo a causa delle difficoltà tecniche a raggiunge livelli elevati per l’esecuzione di alcuni pezzi che richiedono virtuosismi e sonate davvero “diaboliche”.
Eppure ancora oggi nei laboratori che si affacciano sulle strade acciottolate della sonnolente Cremona, più di 60 maestri liutai cercano di riprodurre quella magia rendendo la città ancora una volta la capitale mondiale degli strumenti artigianali.
Nei secoli dal XVI al XVIII la presenza di famiglie come gli Amati (Andrea, Antonio, Gerolamo e soprattutto il figlio di quest’ultimo, Nicolò), i Guarneri (Andrea e il celeberrimo Giuseppe Guarneri del Gesù), gli stessi Stradivari con il sommo Antonio portarono Cremona, all’apice mondiale della liuteria, nella produzione di violini, viole, violoncelli in una continua opera di innovazione e di perfezionamento, tracciando la strada maestra lungo la quale, ancora oggi, si misurano artigiani e maestri di sublime arte e valore.
Su tutti Antonio Stradivari, il maestro dei maestri il più perfetto artefice che sia mai esistito, figura avvolta nel mito della sua grandezza; la leggenda racconta di presunte formule segrete: dalle vernici utilizzate per realizzare i suoi capolavori, alle selezioni dei legni effettuata con geniale intuito, abete rosso per la parte anteriore, l’acero per la schiena, il collo e le costole creando così delle sonorità divine e non più ripetute.
Chi ha la fortuna di udire i meravigliosi strumenti dello Stradivari, resterà colpito dalla dolcezza, dalla potenza della loro voce, dalla manifattura pregiata con la sinuosità delle loro forme e dallo splendore delle vernici.
Eppure i segreti di Stradivari non sono stati ancora del tutto decifrati, nonostante moltissimi liutai abbiamo tentato invano di riprodurli senza successo
La sonorità è l’enigma che questa città custodisce segretamente, nonostante siano trascorsi 450 anni il “Maestro delle curve” cela ancora il suo più grande segreto.
Oggi l’eredità di Stradivari trova massima espressione durante “Il Concorso Triennale Internazionale degli Strumenti ad Arco Antonio Stradivari” arrivato alla 14 edizione e considerato come l’Olimpiade della Liuteria, dove il numero, l’abilità dei concorrenti, la varietà dei Paesi e delle Scuole rappresentate, l’autorevolezza e il rigore della giuria qualificano il concorso come il più importante e il più ambito al mondo.
Nella musica classica, un canone inverso è una composizione che unisce a una melodia iniziale una o più imitazioni, che le si sovrappongono progressivamente, nello specifico un canone inverso fa muovere la voce conseguente in moto contrario rispetto alla voce antecedente; in pratica una determinata melodia può essere suonata a ritroso.
Il titolo dell’articolo è tratto dall’omonimo film diretto da Ricky Tognazzi che contiene le musiche scritte dal Maestro Ennio Morricone Premio Oscar 2016.